Cinquecento miliardi di dollari per risolvere i problemi provocati dal caricamento deliberato di malware su software contraffatto, 127 miliardi di dollari per gestire i problemi di sicurezza e 364 miliardi di dollari per affrontare le violazioni dei dati: queste le stime per le aziende nel nuovo studio condotto da Idc in collaborazione con la National University of Singapore (Nus), commissionato da Microsoft Corp., sulla pirateria informatica in occasione di “Play It Safe” – la campagna internazionale volta a creare maggiore consapevolezza sulla relazione esistente tra malware e pirateria.
Nello studio, intitolato “The Link Between Pirated Software and Cybersecurity Breaches“, esponenti governativi hanno espresso preoccupazione per il possibile impatto delle minacce sulla sicurezza informatica a cui sono soggette le loro nazioni. Secondo il sondaggio, i governi sono principalmente preoccupati per la perdita di segreti commerciali o informazioni strategiche (59%), per l’accesso non autorizzato a informazioni pubbliche riservate (55%) e per l’impatto degli attacchi informatici sulle infrastrutture critiche (55%). Si stima inoltre che i governi potrebbero perdere oltre 50 miliardi di dollari per affrontare i costi associati alla presenza di malware all’interno di software contraffatto.
“I criminali informatici approfittano di ogni punto debole che riescono a trovare in termini di sicurezza, con risultati finanziariamente devastanti per tutti – ha dichiarato David Finn, Executive Director e Associate General Counsel del Microsoft Cybercrime Center -. Motivati dalle opportunità di guadagno, hanno scoperto nuovi modi di violare le reti di computer per rubare qualsiasi cosa: identità, password e denaro. Ecco perché il Microsoft Cybercrime Center è fortemente impegnato a porre fine a questi atti dannosi, per mantenere protetti e sicuri i dati personali e finanziari riducendo di pari passo gli incentivi finanziari per i criminali“.
Dato shock
L’analisi in campo giudiziario a cura della Nus di 203 nuovi Pc caricati con software contraffatto ha riscontrato che uno sbalorditivo 61% dei Pc era già infettato con malware non sicuro, inclusi trojan horse, worm, virus, strumenti piratati, rootkit e adware. Questi Pc, acquistati tramite rivenditori e negozi di informatica in 11 mercati diversi, includevano oltre cento minacce di discreta entità.
“È tremendamente preoccupante il dato per cui Pc nuovissimi vengano forniti già infettati con malware pericoloso a causa della presenza di software contraffatto, rendendo utenti e aziende immediatamente vulnerabili alle violazioni della sicurezza – ha dichiarato il professore Biplab Sikdar del dipartimento di ingegneria elettronica e informatica della National University of Singapore -. I test dell’università indicano chiaramente come i criminali informatici stiano sfruttando in misura sempre maggiore la supply chain poco sicura della pirateria per diffondere malware e compromettere la sicurezza dei Pc in modo grave. Noi possiamo limitarci a raccomandare l’uso di software originale per la sicurezza online e informatica“.