L’affermarsi della tecnologia SD-WAN (software-defined wide area network) rappresenta uno dei più rapidi fenomeni di trasformazione tecnologica aziendale visti negli ultimi anni. Imprese di tutte le dimensioni stanno infatti modernizzando le loro reti multisede per migliorare l’erogazione di servizi e applicazioni cloud e accelerare la trasformazione aziendale. “L’SD-WAN non è una soluzione in cerca di un problema”, sottolinea Sergio Patano, associate research director di IDC Italia. “L’adozione di tecnologie software-defined a livello infrastrutturale e soprattutto di rete permette infatti di connettere in modo dinamico e automatizzato ambienti ibridi e distribuiti, realizzando quella tanto auspicata agilità di business”.
Come virtualizzare la rete di ambienti multicloud e ibridi, senza perdere controllo e sicurezza, è stato il tema di un roadshow organizzato da IDC e VMware che nel corso del mese di febbraio ha toccato tre città italiane coinvolgendo in ogni tappa anche un partner locale: Bologna (AD Consulting), Firenze (TT Tecnosistemi) e Roma (Sirti). All’evento, intitolato “Self-Driving Data Center: una rete virtualizzata, automatizzata e sicura per un business più agile”, hanno partecipato più di 50 responsabili IT aziendali, a dimostrazione dell’importanza del tema anche nel nostro Paese.
In effetti, come IDC ha evidenziato nel corso del roadshow, il mercato SD-WAN sta esplodendo anche in Italia. Tra il 2018 e il 2019, la spesa delle aziende italiane in SD-WAN (tecnologia e servizi) è prevista in crescita del 76%, per un valore che a fine anno supererà i 65 milioni di euro. Ma il dato forse più significativo è il grado di adozione di questa tecnologia da parte delle imprese italiane: nel 2019, rispetto al 2018, le realtà con SD-WAN cresceranno del 350%.
“L’approccio software-defined è essenziale per far evolvere in maniera snella e sicura l’infrastruttura IT verso il modello cloud. Per questo motivo deve essere applicato a tutte le componenti di un data center, soprattutto il networking, asset fondamentale per consentire un provisioning più agile sia on-site sia all’edge”, afferma Patano.
L’importanza end-to-end dell’SD-WAN per l’operatività business è data dai maggiori carichi di rete che saranno sempre più richiesti dagli ambienti cloud e dalle iniziative di digital transformation (DX). Molte reti odierne non sono in grado di supportare progetti DX proprio perché non cloud-ready, oppure perché complesse, costose (in termini di larghezza di banda) e poco sicure.
Non è un caso che i driver d’adozione della tecnologia SD-WAN nelle aziende italiane vedano ai primi posti la riduzione dei costi di trasporto dati (47%), la possibilità di ottimizzare il traffico per latenza (40%) e la riduzione della complessità nella gestione (40%).
E non è un caso, infine, che molto del dibattito in sala tra i responsabili IT aziendali partecipanti al roadshow e gli esperti di VMware si sia focalizzato su due aspetti in particolare: l’SD-WAN come abilitatore di una migliore gestione della rete (anche grazie alle nuove funzioni di automazione), che porta da un lato a più velocità nella trasmissione dei dati, a una maggiore adattabilità rispetto alle priorità applicative e soprattutto a un deployment automatizzato delle sedi e filiali, dall’altro a un significativo contenimento dei costi di networking e di traffico; e la sicurezza nella rete e dalla rete come elemento differenziante per la strategia di sicurezza complessiva aziendale.
“Negli ultimi cinque anni abbiamo assistito a progressi significativi nel livello di flessibilità nel data center attraverso il software defined networking (SDN); tuttavia, la WAN non ha ancora raggiunto quell’agilità necessaria per competere nel mondo digitale oggi”, aggiunge Luca Zerminiani, VMware director SE. “E’ un passaggio necessario che oggi deve essere in cima alla lista delle priorità sia dell’IT che del business e che si può raggiungere solo con un’evoluzione verso una WAN definita dal software (SD-WAN)”.