Le aziende europee stanno cercando nuovi modi per migliorare la gestione e la condivisione delle informazioni. Oltre che sugli strumenti per la collaborazione, le organizzazioni stanno concentrando l’attenzione sulla digitalizzazione dei documenti e sul modello del Byod (Bring Your Own Device) che amplierebbe l’accesso alle risorse aziendali. Questo è quanto emerge da una ricerca commissionata da Ricoh Europe a Coleman Parkes Research. Tra le altre aree sotto i riflettori del campione d’indagine vi sono il mobile business (considerato interessante dal 59% degli intervistati) e l’utilizzo dei canali on line/social media nelle interazioni con i clienti (56%).
Per quanto riguarda il mobile business, i business leader sono convinti che l’impossibilità di accedere a documenti (70% del campione) e ai sistemi informativi (63%) mediante dispositivi mobili freni una condivisione efficace delle informazioni, come anche l’impossibilità di effettuare da remoto modifiche a documenti archiviati sui server aziendali. L’impatto delle tecnologie mobili è quindi al centro dell’attenzione dei business leader, per il 73% dei quali è una priorità riuscire a fare in modo che i dipendenti abbiano a disposizione gli strumenti necessari per lavorare ovunque si trovino. Molte aziende si stanno già muovendo in tal senso: il 71% delle organizzazioni sta già effettuando investimenti in nuove tecnologie affinché i dipendenti possano essere produttivi sia fuori sia dentro l’ufficio; il 69% delle aziende permette ai dipendenti di utilizzare i dispositivi personali per accedere ai dati e alle applicazioni aziendali; il 67% delle imprese utilizza tecnologie per la digitalizzazione dei documenti affinché i mobile worker possano accedervi anche fuori dall’ufficio.
La maggior parte delle aziende ha quindi implementato tecnologie all’avanguardia, ma il 62% dei business leader ha messo in evidenza come le potenzialità delle nuove tecnologie siano frenate dalla presenza di sistemi legacy di back-end. Al di là degli ostacoli tecnologici, secondo il 51% degli intervistati nelle aziende manca la “cultura aziendale” della condivisione delle informazioni, per cui è necessario non solo cambiare i processi e i sistemi It a supporto, ma anche la mentalità dell’organizzazione.
La capacità di condividere le informazioni, anche in maniera proattiva, è una delle caratteristiche degli ‘intelligent workers’ (iWorker). Attualmente, solo il 4% dei business leader europei definisce la maggioranza dei dipendenti della propria azienda con il termine iWorker. Ci sarà comunque un cambiamento significativo entro i prossimi cinque anni: il 37% del campione d’indagine è infatti convinto che entro il 2018 la maggior parte della popolazione aziendale sarà costituita da iWorker. A questa crescita corrisponderà quindi anche una migliore condivisione delle informazioni a vantaggio dell’efficienza e della capacità delle aziende di rispondere alle esigenze dei clienti.