Secondo i dati dell’Epo (Ufficio Brevetti Europeo), al primo posto per numero di brevetti depositati ci sono gli Stati Uniti, seguiti dal Giappone e dalla Germania. L’Italia è all’undicesimo posto con 4.662 brevetti l’anno e con un trend che non fa ben sperare. I depositi di domande di brevetti europei effettuati da richiedenti italiani presso l’Epo nel 2013 sono, infatti, diminuiti del 2,7%, al contrario di quanto è avvenuto per Germania, Francia, Svizzera, Gran Bretagna e Olanda.
L’Italia rischia di diventare terra di conquista di aziende estere a discapito delle piccole e medie imprese italiane. “Il problema maggiore per il nostro Paese si nasconde all’interno dei numeri – ha spiegato l’Avv. Guido Del Re –. Infatti, il numero di domande che alla fine dell’esame sostanziale vengono riconosciute come brevetti per invenzione industriale diminuisce drasticamente, per poi ridursi ancora in maniera netta tra il riconoscimento e la realizzazione industriale del ‘trovato’. Per questo è necessario diffondere i principi di proprietà industriale a tutti i livelli sociali al fine di aumentare la qualità dei depositi in termini di forza innovativa e legale, per esportare i nostri brevetti nel mondo”.