Veritas, acronimo di Veneziana Energia Risorse Idriche Territorio Ambiente Servizi, ha annunciato di aver adottato NetApp HCI per semplificare la propria architettura IT e aumentarne l’efficienza.
Lanciata da NetApp appena un anno e mezzo fa come prima soluzione iperconvergente, NetApp HCI è già stata riconosciuta come Strong Performer da Forrester Research, e ha risposto in maniera efficace alle esigenze di Veritas.
Multiutility interamente pubblica, la prima del Veneto per dimensioni e fatturato (326,8 milioni di fatturato nel 2017 – 382,5 milioni consolidati) e una delle più grandi d’Italia, la società ha visto crescere la complessità del proprio business in maniera notevole negli ultimi anni.
Da qui la scelta spiegata da Stefano Nironi, Responsabile Infrastrutture Tecnologiche del Gruppo Veritas, di rispondere all’esigenza di migliorare la gestione dei dati rivolgendosi a Personal Data.
L’azienda del Platinum Partner Gruppo Project di NetApp ha scelto di ridisegnare l’infrastruttura storage introducendo la soluzione NetApp HCI nel centro dati di Venezia. Nello specifico, la soluzione è stata utilizzata per gestire le componenti Compute e Storage del datacenter, come la raccolta dati dai dispositivi IoT, database, servizi di posta elettronica Exchange. La soluzione di storage tradizionale scelta per il datacenter di Milano ha, poi, permesso il riutilizzo totale delle unità disco presenti nel precedente sistema NetApp, garantendo un upgrade senza interruzioni di servizio e un’evoluzione tecnologica importante in termini di prestazioni, evitando sprechi.
Crescita predicibile e indipendente degli ambienti Storage e Compute
L’adozione di NetApp HCI ha consentito al Gruppo Veritas di aumentare significativamente l’efficienza riducendo l’ingombro dell’82% e incrementato le performance a ciascuna applicazione e singola VM, portando a casa anche un miglioramento della flessibilità e della scalabilità orizzontale e verticale indipendente di server e storage.
Altri benefici importanti riscontrati dall’azienda riguardano la riduzione della complessità, la possibilità di riattivare rapidamente e in modo estremamente economico un Disaster Recovery tra i datacenter di Venezia e Milano, la semplificazione dello spettro delle competenze necessarie a gestire l’intero ambiente del centro dati e il contenimento dell’investimento in supporti per i dati presenti nel sito di Disaster Recovery.