“Internet di ogni cosa, cambierà ogni cosa”. Questo la scritta proiettata in apertura dell’Internet of Everything Italian Forum, quasi uno slogan. Già, perchè questa è la concezione di Cisco, che a tal proposito ha organizzato l’evento a chiusura del Cisco Live, che in una settimana ha ospitato 95 Paesi, circa settemila ospiti, il 90% dei quali ingegneri e giovani studenti. Il futuro, dunque. Perchè di futuro si è parlato.
Dall’Internet Of Things si è passati oggi all’Internet Of Everything; dal 2008 sono più le “cose connesse” che le persone sulla Terra. Ma questo è ancora niente rispetto a quello che verrà. Basti pensare che al giorno d’oggi è connesso solo l’1% del ‘connettibile’. Gli utenti di Internet attualmente sono “solo” 2,2 miliardi, circa un terzo della popolazione mondiale. Entro il 2015 inoltre, stima Cisco, 25 miliardi di dispositivi saranno collegati ad Internet e raggiungeranno la soglia dei 50 miliardi entro il 2020. Dati alla mano, il potenziale c’è, eccome se c’è. Tale stravolgimento tecnologico, che sta avvenendo e soprattutto che avverrà, come potrebbe essere considerato se non la “nuova rivoluzione industriale”? O se volete, “lo strappo”. Così ha definito l’IoE David Bevilacqua, Vp Sud Europa, Cisco. Cambiano le parole, non il concetto.
Con l’estensione di internet al mondo di oggetti e luoghi concreti, dunque, la connettività ha abbracciato ogni aspetto e coinvolto ogni abitudine della vita quotidiana. Soprattutto la sfera applicativa aziendale ha beneficiato delle nuove tecnologie, a quanto pare. Le Pmi che hanno utilizzato Internet, infatti, hanno registrato un aumento della produttività del 10%. Da questo dato scaturisce una considerazione, che negli ultimi anni è diventata certezza: c’è una relazione diretta tra la competitività di una nazione e lo sviluppo dell’Ict sul territorio.
Il paradosso digitale italiano
Utilizzo di internet nell’impresa che però non coinvolge appieno il nostro Paese. In Italia ci si trova davanti ad paradosso digitale preoccupante: l’utilizzo della rete fa registrare dati importanti per quanto riguarda l’intrattenimento, ma ha una scarsa influenza a livello aziendale. Sempre in Italia quattro persone su dieci non si sono mai connesse ad internet. Quasi non ci si crede, soprattutto in un Paese che tenta di riemergere e progredire. “Internet non è Facebook!”, queste le parole di Bevilacqua al popolo italiano. Uno sfogo.
Fortunatamente il futuro sembra sorriderci: secondo uno studio Cisco, l’IoE cambierà industrie, città, nazioni, con un impatto in Europa del 30% e che in Italia per il 27% riguarderà il settore manifatturiero. A tal proposito l’Expo potrà sicuramente essere un catalizzatore per accelerare l’Agenda Digitale.
Filosofia, botanica…e religione
All’Internet of Everithing Italian Forum sono intervenuti importanti personaggi, che hanno dato una visione complessiva del campo di applicabilità di internet, con uno spettro a 360°. Da Luciano Floridi, professore di Filosofia ed Etica delle Informazioni all’Università di Oxford,che ha sottolineato come non esistano più barriere tra reale e virtuale, a Daniele Tognaccini, direttore di MilanLab, fautore col suo team di una svolta tecnologica in ambito sportivo. La medesima progressione non è stata fatta, invece, per quanto concerne l’agricoltura, come ha segnalato Stefano Mancuso, direttore Linv – Polo Scientifico Università di Firenze, che con il suo affascinante intervento ha paragonato le piante a sensori, capaci di captare qualsiasi informazione grazie ad una sensibilità che le potrà vedere sorprendentemente protagoniste in questa rivoluzione.
Ma il rovescio della medaglia c’è sempre, come ha sottolineato Piercarlo Ravasio, esperto del mercato Automotive: con la connettività aumentata, quando i sensori e gli attuatori saranno installati ovunque, gli hacker avranno nuove possibilità per attaccare. Da qui deve nasce l’esigenza di ripensare al modo in cui fare sicurezza.
Al Forum è intervenuto anche Livio Gallo, direttore della Divisione Infrastrutture e Reti di Enel. Dal suo contributo si è potuto apprezzare come l’era di rapida evoluzione tecnologica in cui viviamo pone di fronte a noi l’emergere di mega-trend e nuove sfide di carattere economico, ambientale e sociale; in particolare l’Urbanizzazione, la Digitalizzazione e la Sostenibilità Ambientale sono i tre dei megatrend che maggiormente influenzano l’evoluzione delle infrastrutture. La rete elettrica rappresenta e rappresenterà sempre più la rete nervosa delle nostre città e dotata di intelligenza distribuita.
Tutta l’evoluzione delle infrastrutture permetterà di reinventare le nostre città che diventeranno sempre più smart, appunto Smart City, a ridottissimo impatto ambientale, raggiungendo tassi molto elevati di sviluppo sostenibile. A riguardo si segnala Barcellona, che ha adottato soluzioni IoE nella gestione delle acque, parcheggi intelligenti, smaltimento dei rifiuti, autobus connessi in rete: tutte soluzioni che stanno aiutando la città a risparmiare denaro e migliorare la qualità del servizio fornito ai cittadini. O Nizza, che con i Connected Boulevard ha registrato un grosso risparmio energetico e migliorie significative per quanto riguarda la qualità dell’aria.
Insomma, tirando le somme, la consapevolezza della grandezza di questa rivoluzione c’è. La volontà di sterzare anche. La conferma è stata data sempre all’IoE Forum con l’itervento di Roberto Maroni. Lo stessopresidente della Regione Lombardia ha annunciato chel’obiettivo per i prossimi cinque anni è quello di portare la componente del Pil lombardo a disposizione dell’innovazione dall’attuale 1,7% al 3% – la percentuale dedicata più alta in Europa – , per una cifra che si avvicinerebbe ai nove miliardi di euro.
D’altronde una scienziata centenaria come Rita Levi Montalcini già nel 2009 aveva indicato internet come strumento di maggior importanza per il presente e per il futuro. Degli utlimi tempi invece la frase “Internet è un dono di Dio” di Papa Francesco. Vorrà pur dire qualcosa se anche scienza e religione per una volta remano nella stessa direzione.
Ecco l’infografica messa a disposizione da Cisco: