Il 2020 potrebbe vedere i cybercriminali impegnati nel furto e nella compromissione di cartelle cliniche digitali. Lo sostiene Kaspersky che, all’interno del suo più ampio Kaspersky Security Bulletin (KSB), un documento che raccoglie la visione globale di Kaspersky per la sicurezza informatica nel 2020 in diversi settori verticali, prevede un aumento di attacchi verso strutture sanitarie nei paesi in via di sviluppo o verso istituti o aziende farmaceutiche impegnate in attività di ricerca.
Non a caso, a due anni dallo scoppio della pandemia del famigerato ransomware WannaCry, che ha portato alla paralisi tante strutture mediche e molte organizzazioni in tutto il mondo, molte strutture e organizzazioni sono in allerta circa i possibili rischi rappresentati dalle cyberminacce in questo settore. Gli esperti di Kaspersky, però, hanno rilevato anche nel corso dell’ultimo periodo una serie di attacchi ransomware contro strutture sanitarie in diversi paesi.
Mancano consapevolezza del rischio e cultura della sicurezza
Le motivazioni principali alla base di cyberattacchi rivolti a questo tipo di realtà sono due: da un lato, la mancanza di consapevolezza sui possibili rischi legati ai processi di digitalizzazione; dall’altro, una scarsa conoscenza dei principi basilari della sicurezza informatica da parte del personale delle strutture sanitarie.
L’impatto del fattore umano sulle problematiche di cybersecurity è stato analizzato e quantificato nel tempo grazie a diverse ricerche e indagini condotte da Kaspersky. Una di queste ha coinvolto i dipendenti del settore sanitario negli Stati Uniti e in Canada, rivelando che quasi un terzo delle figure intervistate (il 32%) non ha mai ricevuto alcuna formazione in tema di cybersecurity dalla propria azienda. Un dipendente su 10 in posizioni dirigenziali ha anche ammesso di non essere a conoscenza dell’esistenza di una policy aziendale legata alla cybersecurity all’interno della propria organizzazione.
La mancanza di standard di sicurezza adeguati nei dispositivi medicali che fanno parte del mondo dell’Internet of Things è un altro problema serio. Nel corso dell’anno, i ricercatori di Kaspersky hanno rilevato una serie di vulnerabilità in diverse apparecchiature. La speranza è che, concentrando sempre di più l’attenzione su questo tipo di temi, i produttori collaborino più attivamente con la community della sicurezza informatica e contribuiscano alla creazione di un ambiente sempre più sicuro per il mondo della “smart medicine”.
Dopo aver delineato lo scenario attuale, partendo proprio dalle analisi e dalle indagini condotte sul tema, Kaspersky ha tracciato una serie di previsioni riferite al 2020 per il settore healthcare e per i dispositivi connessi in relazione alle problematiche di cybersecurity.
- Crescita dell’interesse verso le cartelle cliniche digitali nel dark web
Le ricerche condotte da Kaspersky sui forum online mostrano che questo tipo di dati possono valere anche più delle informazioni relative alle carte di credito. Questa tendenza potrebbe determinare una diffusione di nuovi tentativi di frodi online: truffare i pazienti o i parenti potrebbe essere più facile avendo a disposizione le informazioni sanitarie delle persone.
- L’accesso a informazioni riservate dei pazienti potrebbe portare non solo al furto, ma anche alla modifica delle cartelle cliniche stesse
Una tendenza che potrebbe condurre ad attacchi mirati per compromettere i risultati a livello di diagnostica. È bene tenere a mente che, secondo le statistiche generali, sono proprio gli errori diagnostici una delle prime cause di decesso dei pazienti.
- Aumento del numero degli attacchi rivolti ai dispositivi di strutture sanitarie di paesi che hanno avviato da poco il processo di “digital transformation”
Kaspersky crede che, nel corso 2020, verranno perpetrati molti attacchi ransomware mirati verso le strutture in via di sviluppo. Gli istituti medici si stanno trasformando via via in infrastrutture di tipo industriale. La perdita di accesso ai dati interni (come le cartelle cliniche digitali) o alle risorse interne (come le apparecchiature mediche connesse all’interno degli ospedali) potrebbero portare ad un’interruzione dei servizi di diagnostica e persino dei servizi di pronto intervento.
- Maggiori attacchi mirati verso istituti di ricerca medica e aziende farmaceutiche che conducono attività di ricerca innovative
La ricerca in ambito medico è un’attività estremamente costosa; Kaspersky è convinta che i gruppi che conducono attività malevole APT (Advanced Persistent Threats), specializzati nel furto di proprietà intellettuale, attaccheranno sempre più spesso questo tipo di realtà nel corso del 2020.
Come riferito in una nota ufficiale da Yury Namestnikov, Head, Global Research and Analysis Team (GReAT) di Kaspersky: «Da Wannacry il settore sanitario sembra aver fatto passi in avanti in fatto di sicurezza: nel 2019, infatti, il numero di dispositivi medicali che hanno subito cyberattacchi – tra computer, server e apparecchiature mediche – è diminuito a livello globale. Le nostre statistiche mostrano una progressiva diminuzione nel numero di attacchi a computer e dispositivi medicali nel periodo compreso tra 2017 e 2019 e, fortunatamente, non abbiamo ancora rilevato cyberattacchi in-the-wild che prendono di mira dispositivi medicali impiantati (come, ad esempio, i neuro-stimolatori). La presenza di numerose vulnerabilità dal punto di vista della cybersecurity in questo tipo di dispositivi, però, ci dice che è solo questione di tempo. La creazione di network centralizzati per la gestione di device medicali indossabili e impiantabili (come gli stimolatori cardiaci) porterà all’emergere di nuove minacce: l’esistenza di un unico punto di accesso potrebbe portare a cyberattacchi diffusi verso tutti i pazienti che utilizzano i dispositivi legati alla stessa rete».