Spyware di Hacking Team nelle mani dei jihadisti: è l’ipotesi sollevata dalla Procura di Milano che nel corso di una perquisizione a Torino ha scoperto un pagamento sospetto ricevuto da parte di una società saudita.
Le perquisizioni, disposte dal pm di Milano Alessandro Gobbis ed effettuate dalla Polizia postale, rappresentano lo sviluppo dell’inchiesta sull’attacco informatico subito, ai primi di luglio, dalla società Hacking Team che forniva l’arcinoto software-spia Galileo anche a governi di tutto il mondo e che vede indagate cinque persone, tra ex collaboratori ed ex dipendenti dell’azienda che si occupa di programmi di sorveglianza.
Il blitz ha avuto per obiettivo la società Mala srl, con sede a Torino, riconducibile a due degli indagati, Mostapha Maana e Guido Landi, ex collaboratori di Hacking Team. Gli investigatori e inquirenti hanno scoperto un versamento di circa 300 mila euro sul conto della società per conto della Saudi Technology Development.
Secondo gli inquirenti i due ex collaboratori di Hacking Team avrebbero venduto a quella cifra il codice sorgente dello spyware Galileo alla società saudita, probabile mediatrice per conto di un altro committente. Questo codice sarebbe utile per neutralizzare o riprodurre il software di spionaggio che potrebbe essere finito anche in mano ai terroristi.
Tra i possibili committenti dell’acquisto ci potrebbero essere non solo jihadisti ma anche militari stranieri o governi esteri.