Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti è stato autorizzato da una nota dell’Ufficio Federale per la gestione del personale ad assumere 3.000 civili per mansioni connesse alla sicurezza informatica.
Tra i requisiti richiesti per essere assunti spicca la capacità di analisi strategiche del cyber rischio, la gestione degli eventi avversi e l’analisi di malware e vulnerabilità, tutte competenze che fanno sì pensare alla figura di una persona esperta in sicurezza, ma anche a quella di un vero e proprio hacker.
A sollevare qualche perplessità è il fatto che è vero che il termine hacker in sè e per sè non ha alcuna connotazione negativa, ma è anche vero che quasi sicuramente qualcuno di questi candidati avrà commesso in passato qualche azione non proprio legale.
E nella fretta di trovare canditati competenti per svolgere le nuove mansioni per sconfiggere i nemici americani sul fronte cibernetico c’è da scommetterci che tra i nuovi volti del Pentagono figurerà anche qualche esperto che abbia commesso una qualche leggerezza. Il passato eventualmente turbolento di questi soggetti sarà quindi presumibilmente ignorato a patto che essi sappiano portare al Dipartimento della Difesa americano delle reali competenze da poter mettere in campo per fronteggiare gli attacchi dei cyber avversari degli Stati Uniti, tra cui figurano in prima fila Cina, Russia, Iran e Corea del Nord.