Gli Stati Uniti controllano le reti informatiche della Corea del Nord dal 2010. A rivelarlo la rivista tedesca Der Spiegel che afferma come le informazioni frutto dello spionaggio digitale avrebbero spinto Barack Obama ad accusare direttamente il Paese asiatico – mai sino ad oggi gli USA avevano apertamente puntato il dito contro uno Stato accusandolo di essere coinvolto in un cyber attacco – per essere il mandante dell’attacco hacker contro la Sony e in particolare alla pellicola “The Interview”.
Le rivelazioni, basate ancora una volta sui documenti resi pubblici da Edward Snowden, non convincono però i più scettici: come mai il governo americano, essendo a conoscenza dei piani della Corea del Nord, non avrebbe allertato la Sony? Oppure, ancora peggio, la soffiata non sarebbe bastata per contrastare la minaccia. Invece, secondo il New York Times, la gravità della situazione non è stata compresa dagli agenti americani: “Solo in un secondo momento gli investigatori hanno capito che la Corea del Nord aveva rubato le credenziali di un amministratore di sistema Sony” si legge sul quotidiano.
Il controllo delle reti coreane non è stato quindi smentito, ma anzi, sarebbe ritenuto un passo necessario del governo USA per la sicurezza nazionale. È emerso infatti – sempre secondo il NYT – che la Corea del Nord negli ultimi 30 anni avrebbe formato squadre di hacker altamente specializzate.
Progetti di aerei rubati e iPhone sotto controllo
Le rilevazioni della rivista tedesca non hanno riguardato solamente la vicenda USA-Corea. Secondo Der Spiegel, infatti, l’intelligence cinese avrebbe rubato i progetti dei caccia F35 per poi utilizzarli per i propri Chengdu J-20 e Shenyang J-31. Inoltre l’NSA è stata accusata di tracciare gli iPhone sfruttando una vulnerabilità risolta solo poco tempo fa.