Sotto minacce come quella del terrorismo è fondamentale che le misure in materia di sicurezza cibernetica adottate dal Consiglio Ue siano attuate in maniera ferma, con tutti i fondi e le attività di sostegno necessarie. E’ questo “il succo” dell’intervento del presidente di Ata (Atlantic Treaty Association) Fabrizio W. Luccioli in apertura alla Conferenza internazionale “Nato, Ue e industria: cooperazione sulla cyber sicurezza”, promossa dall’Associazione.
Durante il suo intervento Luciolli ha ricordato i recenti cyber attacchi che hanno portato danni ingenti a tutto il mondo, da WannaCry a Petya, fino agli attacchi operati da hacker russi ai danni delle elezioni presidenziali francesi, a sottolineare come il problema della sicurezza cibernetica diventi sempre più forte e condizioni in maniera sempre più incisiva le vite di tutti noi.
A partire da questi dati Luciolli sottolinea come “un approccio di sicurezza cooperativa è obbligatorio e la cooperazione Ue-Nato è di fondamentale importanza”.
“In questa prospettiva – aggiunge – l’impressionante miglioramento sui 42 punti delle sette aree concordate per la cooperazione (10 di queste sulla guerra ibrida e il cyber) rappresentano il fondamento per il successo delle esercitazioni parallele e coordinate (Pace)”, svolte attraverso l’esercitazione della Nato per la gestione delle crisi (Cmx 17) e l’esercitazione dell’Ue Multi-Layer Crisis Management 2018 (Ml 18).
Luciolli fa anche riferimento alle conclusioni del Consiglio Affari Esteri dell’Ue del 19 giugno a Lussemburgo, “una pietra miliare nella cyber sicurezza”, che è servita per creare uno strumento di risposta diplomatica unita da parte dell’Unione di fronte ad attività cyber dolose.
Per finire, Luciolli ha sottolineato l’importanza della necessità, per la Nato e l’Ue di avere a disposizione le giuste capacità di intelligence per deterrere e rispondere alle attività cyber criminali ai danni degli attori statali, ma non solo.