L’eccessivo surriscaldamento di un computer o di un server è sicuramente una causa in più di perdita di dati che subentra nel periodo estivo. Le ragioni più frequenti sono legate all’errata gestione dei sistemi di raffreddamento e a eventi naturali come i fulmini, che generano sbalzi di tensione elettrica (possibili, per altro, anche a causa di eccessivi consumi e sovraccarichi in periodo estivo).
“È importantissimo prestare attenzione alle problematiche tecniche e informatiche generate dal calore in periodo estivo – suggerisce Paolo Salin, Country Director di Kroll Ontrack in Italia -. Negli ambienti business il corretto raffreddamento degli apparati non può essere trascurato perché la perdita di dati dovuta al cattivo smaltimento del calore è un rischio reale. La protezione dei dati su server e apparati di storage passa quindi anche attraverso un attento dimensionamento dei sistemi di raffreddamento in grado di aumentare l’affidabilità e ridurre la mortalità dell’hardware”.
Gli effetti di un eccessivo calore
Temperature di esercizio elevate possono influire sul corretto funzionamento delle componenti elettroniche dei server. Un hardware malfunzionante a sua volta può essere causa di una corruzione logica del file system o dei dati stessi, per esempio di quelli elaborati nella memoria RAM. Il calore eccessivo può determinare, a ogni modo, anche guasti diretti ai sistemi di storage.
In particolare, le alte temperature hanno maggiore impatto sui drive allo stato solido (SSD) rispetto ai supporti magnetici, per esempio, se ci sono variazioni di temperatura tra la fase di scrittura e la successiva lettura dei dati. Le memorie flash NAND includono sistemi interni di compensazione della temperatura, ma tali funzionalità possono soltanto mitigare gli effetti dannosi. È meno frequente, invece, che si incontrino problemi con gli hard disk. I guasti dovuti alla compromissione delle componenti elettroniche sono, inoltre, molto probabili se il drive opera al di fuori dei limiti di temperatura raccomandati dal produttore.
Incendi in sala server, non tutto è perduto
Un drive esposto a combustione può conservare ancora dati recuperabili? Tutto dipende dal livello del calore e dal tempo di esposizione alle fiamme, ma anche quando l’apparato o l’involucro dei dischi è seriamente compromesso, i piatti all’interno – con le dovute operazioni di recupero – potrebbero ancora consentire il recupero dei dati.
In caso di surriscaldamento o incendio di computer o server, per salvaguardare i dati occorre adottare alcuni accorgimenti. Gli esperti di Kroll Ontrack, suggeriscono di ridurre gradualmente la temperatura dei dispositivi compromessi onde evitare che lo sbalzo termico produca ulteriori danni o stress al dispositivo.
Se l’apparato è funzionante bisogna avviare subito una copia di backup dei dati, quindi effettuare un controllo dei componenti del server, analizzando i log file che registrano gli eventi relativi al sistema, identificando i messaggi che possono indicare che uno o più drive non stiano funzionando correttamente. In seguito, occorre sostituire rapidamente i componenti danneggiati o per i quali si sospetta un imminente guasto. Da ultimo, prima di una sostituzione, se necessaria, è indispensabile monitorare da vicino il sistema, al fine di ravvisare eventuali segnali di blocco o malfunzionamento.
Combattere il caldo mantenendo gli ambienti climatizzati
Per non trovarsi di fronte a situazioni catastrofiche, a ogni modo è consigliabile tenere sempre accesi i sistemi di raffreddamento, verificando le singole dotazioni hardware e la climatizzazione complessiva degli ambienti. I flussi d’aria vanno assicurati tutto intorno alle apparecchiature, in particolare a quelle di grandi dimensioni e a maggiore consumo di energia. Le prese d’aria sono fondamentali: vanno controllate periodicamente.
Negli ambienti a elevata concentrazione di apparecchiature hardware è indispensabile un sistema di monitoraggio della temperatura che sia in grado di rilevare le variazioni fuori norma e avvisare i responsabili della sicurezza aziendale e informatica. Ogni singola macchina, inoltre, dovrebbe avere dotazioni applicative capaci di registrare il surriscaldamento del processore e di altri componenti o identificare il malfunzionamento delle ventole interne. L’aggiunta di nuovi apparati in un ambiente potrebbe richiedere anche un aggiornamento del sistema di condizionamento per adeguarlo al possibile maggior calore generato.
Che cosa fare in caso di incidente?
In caso di perdita di dati in seguito a surriscaldamento e incendio non è possibile procedere in autonomia, ma è necessario affidarsi a tecnici specializzati, che mettano in atto procedure il cui grado di complessità dipende dal livello di danneggiamento. La superficie di registrazione dei dati di un disco può sopravvivere a un incendio, ma questo non accade alle componenti in plastica o agli involucri.
Per recuperare i dati vanno rimossi i piatti dal loro alloggiamento originario. Senza produrre graffi, le superfici magnetiche vanno ripulite dal materiale che le ha contaminate. È un’operazione molto delicata come lo è anche l’allineamento meccanico dei piatti, occorrono quindi tecnici esperti e una camera bianca professionale che consenta interventi sicuri e secondo procedure ben definite.