DataCore ha realizzato per il quarto anno consecutivo un’indagine per identificare le sfide che le organizzazioni si trovano oggi a fronteggiare nel mondo dello storage e per capire quali elementi stiano spingendo la richiesta di Storage Definito dal Software (Sds). La ricerca ha visto coinvolti 388 professionisti It di tutto il mondo.
L’edizione 2014 del report State of Software-Defined Storage mostra come lo storage definito dal software sia preso in considerazione per semplificare la gestione delle ‘isole solitarie’ di dispositivi di storage (26%) e per ridurne i malfunzionamenti (30%), per proteggere meglio gli investimenti (32%) e per garantire la compatibilità futura dell’infrastruttura con l’integrazione di nuove tecnologie come quelle flash (21%).
Il passaggio all’Sds è molto interessante se si considera che quasi la metà degli intervistati ritiene la difficoltà della migrazione tra differenti modelli e generazioni di dispositivi di storage l’elemento che gli impedisce di utilizzare prodotti più economici proposti da altri fornitori.
“Il risultato di questa indagine conferma che uno dei più grandi e frustranti problemi It che le organizzazioni si trovano oggi ad affrontare è il compito arduo e difficile di gestire la diversità e la migrazione tra differenti marchi, modelli e generazioni di dispositivi di storage – ha commentato George Teixeira, presidente e Ceo di DataCore -. Questa difficoltà gli impedisce di prendere in considerazione alternative più interessanti proposte da altri fornitori. Lo storage definito dal software non è solo pensato per aiutare le organizzazioni a riunire in pool tutti gli asset di storage disponibili, ma anche per gestirli ‘end-to-end’ e per poter aggiungere qualunque tipologia di storage all’architettura esistente. Il tutto si traduce in maggiore produttività e costi contenuti”.
“Una delle cose più interessanti emerse dall’indagine di DataCore sullo storage definito dal software è che il 63% degli interpellati afferma di avere allocato meno del 10% della capienza su storage flash – ha dichiarato Randy Kerns, Senior Analyst di Evaluator Group -. Ci sono numerosi fattori critici che impediscono alle organizzazioni di aumentare la quota di storage a disco solido, come la mancanza di software intelligente che integri e ottimizzi l’ambiente e la consapevolezza che non tutte le applicazioni hanno bisogno dei vantaggi prestazionali offerti dai dispositivi flash.”