Le aziende italiane hanno la possibilità di abbattere del 30% i costi di sviluppo e di manutenzione delle applicazioni. Come? Con DevOps.
Partiamo da una fotografia della situazione attuale. Come ormai noto, il budget a disposizione per l’It è in calo e le richieste aumentano. Risulta necessario colmare il gap tra la crescente domanda di innovazione e le effettive tecnologie aziendali presenti. L’eterogeneità di servizi e ambienti porta le infrastrutture a “vivere” al di fuori delle aziende. Al contempo la richiesta di rilasci è sempre più frequente per il business; le piattaforme da supportare e implementare sono in crescita; i test da svolgere sono più complessi e i cicli di delivery accelerati.
Insomma, il mondo della pre-produzione è coinvolto in problematiche portate soprattutto dall’indisponibilità di sistemi terzi necessari allo sviluppo applicativo e alla mancanza di collaboratività tra le varie sezioni aziendali.
In questo contesto si colloca DevOps, l’innovativo compromesso tra le differenti esigenze di Development e Operations, che ha come fine ultimo lo shift-left dei cicli di rilascio, quindi una riduzione dell’instabilità seguita da un compattamento del ciclo stesso.
Metodologia che potrebbe portare grandi vantaggi per l’impresa, appunto.
Ma qual è il livello di conoscenza della tematica DevOps in Italia? E quanto l’interesse reale nei suoi confronti?
A queste domande ha dato risposta CA Technologies, commissionando un’indagine su 1300 responsabili It in nove aree geografiche europee e in 12 altri Paesi nel resto del mondo per fare il punto sulla diffusione del nuovo paradigma Development-Operations.
La dura realtà. Ecco i dati
Divario tra Stati Uniti e Italia. Questo quello che emerge dallo studio, al primo colpo d’occhio. Il 94% degli intervistati negli Usa dichiara che la propria azienda ha già adottato la metodologia DevOps. La percentuale per il nostro Paese scende al 25%. Come non bastasse, il 29% delle imprese nostrane non
ha alcuna intenzione di implementarla, contro l’1% negli States. La stessa percentuale di americani non è a conoscenza di questa tematica, in Italia la cifra sale al 24%.
Ma cosa alimenta, o dovrebbe alimentare, il fabbisogno di DevOps? Nello stivale l’adozione di DevOps si colloca in un’ottica maggiormente introspettiva, con la necessità di riduzione dei costi, aumento dei ricavi e penetrazione nel mercato. Questo al cospetto della necessità di migliorare l’esperienza del cliente finale negli Stati Uniti.
La riluttanza al cambiamento in “casa nostra” è uno degli aspetti, forse il più preoccupante, che emerge dall’indagine.
Basti pensare che la paura di svoltare è il principale ostacolo all’implementazione di DevOps nel 27% delle aziende italiane intervistate, solo l’1% negli Usa.
Tra i benefici rilevati dalla maggiore collaborazione tra il comparto di creazione e test degli applicativi e quello addetto alla manutenzione negli ambienti di produzione, vi sono l’aumento di clienti e una migliore qualità delle applicazioni implementate.
Usa-Italia: 1-0. Occorre recuperare, e alla svelta.