Mentre molti paesi europei si stanno attrezzando, si pensi al Regno Unito o alla Francia, l’Italia sembra essere indietro sul fronte cyber sicurezza. Tuttavia l’impegno per sfuggire dalla posizione di fanalino di coda c’è, come dimostrano le parole su Repubblica di Claudio Graziano, Generale Maggiore della Difesa: “Non avevamo compreso la dimensione della minaccia, ma ci stiamo attrezzando. Abbiamo creato il Cioc, Comando interforze operazioni cibernetiche, che è già in funzione e dal 2018 sarà a pieno regime. Stiamo pensando anche a un reclutamento straordinario, e ho già dato direttive in tal senso, perché tra i giovani ci sono delle grandi capacità: basta un hacker per mettere in crisi un sistema di computer. Già oggi nella scuola di Chiavari abbiamo una sala per simulare azioni cyber, gestita in collaborazione con l’Università di Genova, ma dobbiamo cercare all’esterno queste professionalità, soprattutto negli atenei”.
Il comando delle cyberwar si occuperà in Italia di difendere la sicurezza delle reti, mettendo le strutture a disposizione degli altri dicasteri. Il comando nasce in stretto coordinamento con le altre agenzie di sicurezza. Nelle missioni all’estero, ogni comandante potrà contare su tutti gli strumenti cyber, anche di natura offensiva.
Gli investimenti da fare saranno importanti, ma le ricadute saranno positive per tutto lo sviluppo tecnologico del Paese. “E’ difficile arrivare a definire una cifra corretta – spiega Graziani – ma credo che in futuro si arriverà ad investire in cyber sicurezza circa il 10% delle risorse della Difesa”.