Le conseguenze della Brexit si fanno sentire anche in ambito cybersicurezza, dove l‘uscita del Regno Unito dall’Unione Europea creerà un vuoto molto rilevante nel settore. Ad affermarlo è Stefano Mele, avvocato specializzato in Diritto delle Tecnologie, Privacy, Sicurezza delle Informazioni e Intelligence, che in alcune dichiarazioni rilasciate a Cyber Affairs ha sottolineato come “molte delle società già esistenti, così come moltissime start-up hanno deciso di nascere e di avere la loro sede europea principale proprio in Gran Bretagna”. Per queste società, ed in particolare per le start-up, che hanno meno capitale disponibile per ricollocarsi, si apre una nuova difficile fase perché all’improvviso si troveranno improvvisamente fuori dal mercato unico e dalla platea di chi può concorrere all’aggiudicazione degli incentivi comunitari, con tutte le conseguenze negative che questo comporta.
“L’Italia – ritiene Mele – dovrebbe immediatamente approfittare di questa situazione, creando – nel settore delle tecnologie, delle start-up e non solo – politiche di attrazioni di capitali simili a quelle che hanno reso da tempo Londra il principale hub europeo per chiunque voglia fare impresa. Ciò potrebbe consentire di raccogliere i capitali già esistenti e i nuovi che si creeranno nel breve periodo, diventando punto di riferimento europeo del settore. L’augurio è che il Presidente del Consiglio Matteo Renzi prenda in considerazione nel brevissimo questa importantissima occasione”. In questo senso, inoltre, rimarca Mele che ne è promotore e presidente, “il progetto CyberPARCO, il nascente polo tecnologico nell’area ex-EXPO di Milano, può rappresentare un aiuto rilevante per il governo italiano per il raggiungimento di questa finalità”.
Per ciò che riguarda invece gli aspetti più strettamente legislativi del settore, sottolinea ancora l’esperto, “con l’uscita dall’Ue, ad esempio, ci sarà per il Regno Unito un periodo di vacuum anche sotto il punto di vista della privacy e del trattamento dei dati personali. In conseguenza di questa decisione, infatti, Londra diventerà a tutti gli effetti un cosiddetto Paese terzo”.