Sono oltre 200 milioni gli eventi sospetti che la NATO registra ai suoi danni ogni giorno in materia di sicurezza cibernetica. Nel 2015 l’Alleanza Atlantica ha dovuto fronteggiare una media di 320 attacchi al mese, il 20% in più rispetto all’anno precedente.
I numeri dunque parlano chiaro: la cyber difesa è diventata una delle attività principali in ambito security per la NATO, che è responsabile della protezione dei propri network di comunicazioni mentre demanda ai singoli Paesi membri la tutela di quelli interni, pur essendo valido, per ciascuno Stato, l’impegno a condividere con gli altri informazioni e a intervenire fornendo assistenza per prevenire o risolvere la situazioni nel caso in cui un attacco vada a segno.
Le cooperazione, in questo senso, si sta sempre più rafforzando, come testimonia l’istituzione nel luglio 2012 della Nato Communications and Information Agency (Ncia) e nell’aprile del 2014 della trasformazione del Defence Policy and Planning Committee in Cyber Defence Comittee. Un’altra tappa è stata la firma, il 10 febbraio 2016, dell’intesa Nato-UE sulla lotta al cyber terrorismo che vede il Computer Incident Response Capability dell’Alleanza Atlantica (Ncirc) e il Computer Emergency Response Team (Cert-UE) dell’Unione Europea collaborare con il fine di scambiarsi informazioni e condividere best practices nella lotta contro i crimini informatici.