Si chiamano “Cloud Masters” e rappresentano un piccolo gruppo di realtà proiettate nel futuro, che hanno raggiunto una maturità cloud e stanno distanziando i propri concorrenti in modo significativo.
Lo dicono i dati di una ricerca commissionata da Oracle e condotta a livello globale da Longitude coinvolgendo 730 professionisti del mondo IT.
Dai risultati si evince che, chi ha in media già il 70% o più delle applicazioni operative in cloud, ossia il 12% del totale delle aziende in cui operano i professionisti interpellati, ha una maggiore capacità di lavorare in modalità “data driven”.
Si tratta di imprese che sono in grado di sfruttare meglio l’accesso, la sperimentazione e l’uso dei loro dati per ottenere informazioni chiave, da qui una maggiore capacità di innovare e di rispondere in maniera più consistente, efficace e veloce alle esigenze dei loro clienti.
Le stesse realtà sono anche quelle che hanno visto crescere di più la loro produttività e la loro competitività e sono quelle che, insieme, stanno rivoluzionando e guidando i settori in cui operano.
Ma anche se oltre un terzo (il 35%) degli executive IT interpellati afferma che le loro strategie cloud sono pienamente sviluppate e in larga parte implementate, meno di un quinto di essi (il 18%) opera in un’azienda che fa parte dei “Cloud Master”.
Inoltre, in termini di strategia cloud, una percentuale ancora più ampia di rispondenti (il 43%) dichiara che l’implementazione è in corso; un quinto, però, sostiene che lo sviluppo della strategia per il cloud è ancora agli inizi.
Il cloud aiuta ma da solo non basta
Il cloud non è, però, l’unico investimento tecnologico che le aziende intendono fare nel 2018. La ricerca Oracle ha evidenziato come le aziende abbiano intenzione di capitalizzare durante il 2018 le opportunità che nascono dalla messa a punto di tecnologie innovative quali l’Intelligenza Artificiale, il Machine Learning e l’automazione. Oltre un quarto degli executive IT ritiene che avere capacità di automazione sia importante per il business, una capacità che è seconda per importanza solo alla capacità di offrire funzionalità multi-piattaforma. Un quinto degli executive IT dà importanza in particolare all’utilizzo di AI e Machine Learning nella propria organizzazione.
In definitiva, chi ha maggiore esperienza di tecnologie cloud è anche capace di sfruttare in modo più veloce le nuove tecnologie enterprise e le nuove metodologie di sviluppo, e sa usarle per stupire i propri clienti o guadagnarsi un vantaggio competitivo, adottandole prima che diventino di uso comune. Questa velocità nel portare innovazione sul mercato deriva dal fatto che hanno già l’esperienza necessaria per applicare le tecnologie emergenti al loro business e dal fatto che hanno già investito nelle giuste piattaforme, infrastrutture e strumenti cloud.
Infine, tra le aziende che hanno raggiunto una maturità cloud, 8 su 10 dichiarano di stare ottenendo importanti vantaggi dal migrare la gestione dei dati al cloud e dalla capacità di sperimentare differenti modelli dati; quasi altrettante dichiarano di riuscire a ottenere insight più efficaci dai loro dati. Questo invece è vero solo in circa la metà dei casi per le organizzazioni che hanno meno maturità cloud.
Un ultimo elemento della massima importanza è legato all’integrazione: le aziende che stanno ottenendo i maggiori vantaggi sono le aziende che integrano le loro funzionalità di analisi dei dati in un’unica piattaforma cloud, che consenta accesso sicuro ai dati conservati in azienda e a fonti di dati disponibili in cloud