Che la cybersecurity sia diventata sempre più centrale nelle strategie del Governo, soprattutto dopo quanto avvenuto a Parigi nel novembre scorso, non è una novità, tanto che sono150 i milioni stanziati per rafforzare la sicurezza cibernetica del Paese.
Il Premier Matteo Renzi aveva paventato nei giorni scorsi la possibilità di affidare a Marco Carrai, suo uomo di fiducia, il coordinamento del settore.
Alle voci che si sono subito levate in atto di protesta da parte dell’opposizione, culminate nella presentazione di un’interrogazione parlamentare da parte di Sinistra Italiana mercoledì, ha risposto oggi il ministro per le Riforme Costituzionali e i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi, che ha smentito la creazione di una nuova unità speciale, ma che ha parlato piuttosto di un’attività consulenziale da parte di Carrai.
“Non è in programma la creazione di una nuova superstruttura per la sicurezza informatica, la supervisione dei servizi segreti resta in capo al sottosegretario Marco Minniti ma il Governo potrebbe utilizzare un consulente per la cybersecurity” spiega il ministro. Il Governo, ha rimarcato, “così come le altre istituzioni, ha facoltà di avvalersi di consulenze di carattere tecnico, scegliendo tra vari profili. Laddove il Governo decidesse di avvalersi di altre figure di consulenza tecnica gli onorevoli interroganti hanno tutti gli strumenti consentiti dalla legge e dai regolamenti per chiedere ulteriori informazioni e il Governo provvederà a rispondere celermente”.