Avere un sistema di sicurezza fisica da molti milioni di dollari per poi lasciare il cancello di ingresso aperto.
A questo, secondo Michael Magrath (nella foto), Director, Global Regulations & Standards di OneSpan, equivale il ricorso da parte di aziende e utenti a un’autenticazione debole. Gli hacker continueranno, infatti, a compromettere i sistemi che richiedono le sole username e password come metodo di autenticazione, mentre le persone si confermano l’anello più debole della catena della sicurezza.
Un esempio su tutti è rappresentato dall’atto di incriminazione disposto lo scorso 13 luglio dal procuratore degli Stati Uniti Robert Mueller ai danni di 12 cittadini russi, accusati di adescare ignari utenti per sottrargli le password con cui ottenere accesso a informazioni e documenti della campagna di Hillary Clinton e ai sistemi del Comitato Democratico Nazionale.
Ma davvero, si chiede Magrath, possiamo credere che gli hacker russi ignorino le infrastrutture critiche?
A differenza di altri Paesi, negli Stati Uniti il settore privato possiede e gestisce larga parte delle infrastrutture critiche nazionali. Il quadro normativo del NIST (National Institute of Standards and Technology) per il miglioramento della cybersicurezza delle infrastrutture critiche è formato da standard, linee guida e best practice per gestire il rischio correlato alla sicurezza informatica. Inclusa nella versione 1.1 c’è la raccomandazione a un approccio risk-based per la verifica dell’identità e l’autenticazione. Se si considerano i ripetuti attacchi andati a buon fine, è indice di negligenza far dipendere l’accesso a una struttura dall’uso di password facilmente compromettibili.
Le odierne tecniche di sicurezza non bastano
Il Dipartimento della Sicurezza sta cercando di determinare se i russi hanno escogitato modi per sconfiggere avanzamenti nella sicurezza come l’autenticazione a più fattori. Per essere chiari, l’autenticazione a più fattori non è a “taglia unica”, in quanto ci sono numerosi approcci e tecnologie disponibili con vari gradi di sicurezza e usabilità. Ad esempio, le password “usa e getta” trasmesse via SMS sono molto comode e ampiamente utilizzate, tuttavia questo metodo di autenticazione multifattoriale si è dimostrato non sicuro a causa dell’intercettazione delle One Time Password. Altre soluzioni come la biometria delle impronte digitali, l’autenticazione adattiva e l’utilizzo delle tecniche di crittografia a chiave pubblica sono molto più sicure e hanno ottenuto un’adozione diffusa. Resta da vedere cosa imparerà il Dipartimento per la Sicurezza.
Dato il potenziale danno catastrofico che potrebbe essere causato da un hacker in una centrale elettrica o idrica, le infrastrutture critiche dovrebbero applicare patch a tutto il software, crittografare tutti i dati e implementare le ultime tecnologie di gestione e autenticazione delle identità.