Dopo che in chiusura d’anno Anonymous aveva preso di mira gli autovelox della Polizia dell’Unione Pianura Reggiana con una mail partita dalla casella di posta della Polizia Municipale di Correggio e inviata alla Gazzetta e ad altri quotidiani contenente 9 schermate che dimostrano che un pirata informatico ha avuto accesso ai database di Concilia e Verbatel, software attraverso i quali vengono gestiti i dati degli autovelox fissi che si trovano a Budrio di Correggio, sulla strada provinciale 468 (via Per Reggio) e sulla provinciale 30 a Rio Saliceto, arrivano i primi commenti delle società specializzate in cyber sicurezza.
L’hacker, che ha rivendicato l’azione da parte di Anonymous, ha poi provveduto a cancellare i dati di cui è entrato in possesso, causando un bel danno alle autorità comunali dal momento che le foto scattate dagli autovelox sono andate perdute.
Le violazioni sarebbero cominciate il 5 dicembre e sarebbero poi proseguite per tutto il mese, fino all’invio della rivendicazione il 30 dicembre scorso.
A mettere in discussione la paternità dell’atto oggi è Cosimo Mortola, Intelligent Analyst di FireEye, società multinazionale specializzata in cyber-security.
“Sebbene l'attore o gli attori dietro questo presunto attacco abbiano rivendicato l' affiliazione con Anonymous nelle loro e-mail inviate a varie pubblicazioni giornalistiche, al momento non abbiamo osservato alcuna rivendicazione di responsabilità sui blog o sui social media associati alle più importanti fazioni di Anonymous Italia, una possibile indicazione che questi attori siano indipendenti o meno conosciuti – spiega Mortola -. Gli attivisti italiani affiliati ad Anonymous, motivati dall' ideologia anti-establishment, negli ultimi mesi hanno denunciato numerosi deturpamenti, attacchi denial-of-service distribuito e fughe di dati, soprattutto sui siti web del governo italiano, citando la disoccupazione e la corruzione percepita come motivazione primaria”.