A seguito della pubblicazione, nella Gazzetta Europea, dell’AI Act, Andrea Lisi, avvocato, esperto di digitalizzazione, privacy e diritto dell’informatica e Presidente di Anorc Professioni, ha dichiarato quanto segue: “L’AI Act non è stato concepito per bloccare i sistemi di IA, ma per favorire i mercati digitali attraverso una tutela il più possibile effettiva dei nostri diritti e libertà fondamentali. Starà a noi interpreti applicarlo coerentemente a tali intenzioni”. È quanto dichiarato da in occasione della pubblicazione in Gazzetta europea dell’AI Act.
“In realtà, questo regolamento non è arrivato in maniera isolata e senza un insieme di premesse”, prosegue Andrea Lisi, “lo scenario internazionale si è arricchito negli ultimi anni di tantissime dichiarazioni e di convenzioni di carattere internazionale. Non se ne parla soltanto oggi: già nel 2017 ci fu una risoluzione del Parlamento europeo sulla robotica. Ci sono un insieme di regolamentazioni europee dagli inizi degli anni 2000 che cavalcano le tematiche della digitalizzazione. È chiaro che in quest’ultimo periodo, in seguito al fenomeno della datificazione, in questo quadro di digitalità pervasiva che ci riguarda, il legislatore europeo ha voluto regolamentare di più, con l’AI Act che adesso è arrivato e poi con un insieme di regolamenti che riguardano propriamente i dati: il Digital Governance Act (settembre 2023), il Data Act (novembre 2023), il Dsa (Digital Services Act, ottobre 2022), il Dma (Digital Markets Act, luglio 2022)”.
AI Act: “Tempi di attuazione da 6 a 36 mesi”
“Il quadro europeo”, continua Andrea Lisi, “è composto da tante regolamentazioni, forse anche troppe, che si occupano di tutelare i diritti e le libertà dei cittadini, che rischiano di essere messe a dura prova da un utilizzo incontrollato dell’innovazione digitale, che continua a essere ben salda nelle mani di pochissimi player. L’evoluzione digitale oggi è sfuggita dalle mani dello scenario europeo, almeno a livello infrastrutturale e di patrimonio di dati. Tutti i dati che ci riguardano a livello internazionale sono nelle mani di pochissimi soggetti, che si sono arricchiti a nostro discapito, senza una reale trasparenza. L’AI Act è la reazione dell’Europa, di carattere regolamentare, a questa forma di digicrazia, che può mettere in discussione i principi democratici su cui sono fondati i nostri Stati nazionali. Una reazione di carattere intransigente, non contro il mercato digitale: quest’ultimo, per continuare a progredire, deve essere fondato sulla fiducia da parte dei cittadini europei. L’Ai Act dunque non è nuovo. I tempi di attuazione saranno da 6 mesi a 36 mesi, soprattutto per i servizi di IA dai rischi elevati. Il quadro normativo, comunque, c’era già per poter tutelare i diritti e le libertà fondamentali dei cittadini”.
Il webinar
Il tema dell’Intelligenza artificiale e le novità introdotte dall’AI Act saranno inoltre approfondite in un webinar che si terrà sulla piattaforma gratuita DIGEAT+ il 23 luglio alle ore 12. L’evento sarà anche l’occasione per presentare il Diploma biennale di Alta Specializzazione in Etica e Intelligenza artificiale, organizzato dalla Pontificia Università Antonianum con il patrocinio di ANORC.