Dallo scorso 15 novembre, in Italia, per chi è in possesso delle credenziali SPID, è possibile registrare gli accordi di smart working tra lavoratore e datore di lavoro direttamente online, sull’apposita piattaforma messa a disposizione dal Ministero del lavoro e delle Politiche sociali.
Si abilita così una modalità di “lavoro intelligente” che prevede flessibilità sul luogo e sugli orari di lavoro per i dipendenti e che, secondo i dati divulgati dall’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, è in costante crescita: gli smart worker nel 2017 risultano in aumento del 14% rispetto all’anno precedente, nonché del 60% rispetto al 2013.
Come sottolineato in una nota ufficiale da Carola Adami, fondatrice e CEO dell’agenzia di ricerca e selezione di personale Adami & Associati: «Non si tratta di una moda, né di un fenomeno passeggero. L’universo degli smart worker è già una solida realtà, e gli studi ci dicono che questi lavoratori sono più produttivi e affrontano la loro quotidianità professionale con maggiore serenità».
Se qualcosa c’è da fare, invece, è migliorare ulteriormente tutti gli strumenti atti ad assistere al meglio gli smart worker nel loro mondo digitale.
Sempre secondo il Politecnico di Milano, infatti, se il 70% dei potenziali smart worker italiani passasse al lavoro agile, la produttività pro capite potrebbe aumentare del 15%, con un beneficio per l’intero Sistema Paese e per l’ambiente, visto che la produttività in più equivarrebbe a 13,5 miliardi di euro di benefici indotti e che gli smart worker diminuiscono gli spostamenti, inquinando di meno.
A remare a favore c’è poi una sempre più diffusa adozione di questa nuova modalità di impiego da parte di un numero crescente di importanti aziende.
Tra loro, AXA che, con oltre 1500 dipendenti, ha avviato nel 2016 un progetto pilota di lavoro agile per 110 persone. Visti i risultati positivi, quest’estate gli smart worker di Axa sono diventati 800.
In tal senso, lavoro intelligente esiste già da diverso tempo nelle più avanzate aziende italiane, e da questo punto di vista la legge 81/17 ha solo dato una precisa veste giuridica a dei procedimenti gestionali già in essere.
Sulla piattaforma online predisposta dal Ministero del Lavoro, è possibile inviare il modello di accordo tra datore di lavoro e smart worker.
Tre le comunicazioni possibili: quella relativa all’inizio del periodo di lavoro agile, quella relativa a un’eventuale modifica e quella di annullamento, nel caso in cui il rapporto di lavoro permanga e cessi unicamente il periodo di lavoro agile.
Si ricorda, infine, come a inizio articolo, che per accedere alla funzionalità del portale del Ministero del lavoro per la compilazione dei modelli di smart working, è necessario essere in possesso delle credenziali SPID, le quali vengono rilasciate dai gestori indicati dall'AgID, nonché delle credenziali rilasciate dal portale da parte del relativo datore di lavoro.