Cavi a bassa dispersione, un progetto per il fotovoltaico e un altro per il riutilizzo del calore, ma soprattutto un sistema di free cooling che, con l’uso dell’aria esterna, già oggi permette di tenere spenti i tradizionali sistemi di condizionamento per oltre 290 giorni all’anno. Questi gli accorgimenti adottati da InAsset, azienda fra i maggiori operatori nel settore telecomunicazioni del Friuli Venezia Giulia che gestisce un data center di 1.800mq che fornisce servizi di hosting, housing, backup e disaster recovery per centinaia di aziende clienti.
Pochi lo sanno, ma il risparmio energetico è una questione importantissima per chi gestisce un data center, grande o piccolo: le macchine sono in funzione 24 ore su 24, l’alimentazione energetica deve essere garantita per il 100 % del tempo e in più le apparecchiature disperdono grandi quantità di calore, perciò i locali in cui si trovano devono essere costantemente rinfrescati per garantirne l’attività.
Considerando che oggi al mondo esistono 7,5 milioni di data center, che queste strutture rappresentano ormai l’1% dei consumi energetici dell’umanità e che questi numeri sono in continua crescita, sono evidenti i problemi di costi e di impatto ambientale che derivano dall’utilizzo sempre più massiccio delle tecnologie digitali, il cui cuore operativo è rappresentato appunto dai data center.
L’estate, in particolare, è il periodo in cui i data center consumano la maggiore quantità di energia, ma le soluzioni per risparmiare e minimizzare l’impatto ambientale esistono.
“Oltre a predisporre il sistema di free cooling – afferma il vicepresidente e amministratore delegato Manuel Pascolat – InAsset ha recentemente ricablato le sue strutture con una disposizione dei cavi ottimizzata per la dispersione di calore. Inoltre abbiamo un progetto per alimentare il data center con un impianto fotovoltaico e per riutilizzare negli uffici il calore prodotto dai macchinari».
Tutti investimenti che permetteranno all’azienda di risparmiare e soprattutto evitare di produrre 105 tonnellate all’anno di CO2 e che qualificheranno la struttura di Pasian di Prato come “Green Data Center”.