La PEC, Posta Elettronica Certificata è pronta a varcare i confini europei.
La conferma arriva direttamente da AgID che lo scorso 14 giugno ha pubblicato il documento “REM SERVICES – Criteri di adozione degli standard ETSI – Policy IT 1.0” che contiene:
- le Regole Tecniche del nuovo servizio di recapito certificato qualificato conforme al regolamento eIDAS e allo standard REM;
- le linee guida implementative;
- la definizione del REM Interoperability Domain IT (trust domain policy italiana soggetta alla governance di AgID).
Il documento, dunque, ufficializza i criteri per l’adozione del primo schema interoperabile di eDelivery qualificato con l’obiettivo di rendere la PEC conforme al regolamento eIDAS ed interoperabile a livello europeo, in grado quindi di rispondere ai criteri definiti dall’ETSI (European Telecommunications Standards Institute), l’organismo internazionale che si occupa di stabilire gli standard tecnici nel settore delle telecomunicazioni.
Come sottolineato in una nota ufficiale da Marco Mangiulli, CIO & Head of Software Development di Aruba: «Siamo in dirittura d’arrivo. Il documento pubblicato da AgID è un ulteriore importantissimo tassello nel passaggio dalla PEC al recapito certificato qualificato conforme ad eIDAS, e quindi interoperabile a livello europeo».
Al momento sono in corso i REM Remote Plugtests, i test di interoperabilità sullo standard REM organizzati da ETSI. Promossi e organizzati sotto la spinta di AgID, AssoCertificatori (Associazione dei Certificatori di Firma Digitale e dei Gestori di Posta Elettronica Certificata, di cui Aruba fa parte) ed Uninfo, i test stanno avendo un riscontro molto importante, coinvolgendo 40 soggetti, 15 paesi europei, 4 paesi dal resto del mondo e 5 istituzioni governative.
Al termine dei test di interoperabilità si attenderà la pubblicazione della versione definitiva degli standard ETSI, che consentiranno finalmente di avere un dialogo sicuro tra i Gestori di servizi di recapito certificato qualificato e garantire, di conseguenza, uno scambio telematico altrettanto sicuro tra cittadini e imprese di tutti gli Stati Membri dell’Unione Europea. L’intero progetto si sposa perfettamente con gli obiettivi promossi dal PNRR, che in tema di “digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”, ha posto un accento particolare sul tema dell’implementazione delle infrastrutture digitali e sulla questione dati e interoperabilità.
Con particolare orgoglio si può dire che, in questo percorso di approvazione del nuovo standard, è stato essenziale il contributo dell’Italia e l’esperienza acquisita grazie al successo della Posta Elettronica Certificata, nata proprio nel Bel Paese ormai 16 anni fa. Un successo di lungo corso testimoniato dai numeri ufficiali di AgID: il primo bimestre 2021 si è aperto con numeri record per la PEC con quasi 383 milioni di messaggi scambiati ed un totale di oltre 12 milioni e 700 mila caselle attivate a oggi.
Come concluso da Mangiulli: «La PEC diventerà presto un sistema di recapito certificato qualificato utilizzabile in Europa. Questo traguardo consentirà a tutti gli utenti di utilizzare il proprio indirizzo di Posta Elettronica Certificata nelle comunicazioni con la Pubblica Amministrazione o per quelle verso utenti, enti ed imprese europee, mantenendo il valore legale e la sicurezza che da sempre contraddistinguono lo strumento PEC».
La PEC in numeri
Secondo il report di IDC, promosso da Aruba, InfoCert e Trust Technologies, relativo ai benefici della Posta Elettronica Certificata per il Sistema Paese:
- i benefici netti complessivi della PEC si attestano su un valore medio di circa 2,2 miliardi di euro sul mercato italiano nel periodo compreso tra il 2008 e il 2019. Valore che cresce ulteriormente di 1,8 miliardi di euro nella proiezione compresa tra il 2020 e il 2022;
- la PEC ha consentito un risparmio di 78.000 tonnellate di CO2 nel 2019, che saliranno a 120.000 tonnellate nel 2022;
- evitando spostamenti dal domicilio del cittadino o dalla sede del professionista per raggiungere fisicamente l’ufficio postale, la PEC ha fatto risparmiare 253 milioni di km nel 2019, destinati a diventare 391 milioni di km nel 2022;
- l’archiviazione digitale della corrispondenza ha consentito di liberare oltre 1,3 milioni di m2 di spazi di archiviazione nel 2019 – sia di giacenza che di conservazione – che si prevede raggiungano la cifra di 1,6 milioni di m2 nel 2022;
- con la PEC si eliminano virtualmente i tempi di attesa fisica presso gli uffici postali, stimati – e questo è il dato più curioso – in 2150 anni-uomo nel 2019, destinati a diventare addirittura 3.234 nel 2022.