Le nuove tecnologie in combinazione con l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, hanno innescato una serie di processi e cambiamenti, una vera e propria rivoluzione digitale che interessa i processi operativi di oggi e che impatterà sulle prime generazioni di nativi digitali, ovvero i millenials, che rappresenteranno la forza lavoro dei prossimi due o tre anni. Le aziende dovranno dunque rivedere lo spazio di lavoro, la forza lavoro e il modo di lavorare, per stare al passo con nuovi paradigmi, con un mondo più veloce, con nuove possibilità di accesso ai servizi e infine con una società più digitale.
Nuovi paradigmi, nuove sfide
Cosa significa essere umani nell’era digitale? Per rispondere sono stati coniati neologismi come Onlife, ibridazione senza soluzione di continuità tra rete e vita, dove dicotomie come quella tra reale e digitale o umano e macchina non sono più sostenibili in maniera nitida; e come Phygital, luogo di incontro tra spazio fisico e digitale che, in quanto ibridazione è anch’esso un esempio di contaminazione che genera sinergie “spazio-uomo-macchina”.
La nuova sfida per l’uomo, al centro di queste sinergie, è quella di riuscire a sfruttare le “intelligenze collaborative” generate dall’intelligenza artificiale e da un ecosistema di tecnologie abilitanti dell’AI, penso per esempio a Internet of Things e sensoristica, infrastrutture di connettività, applicazioni e piattaforme.
Senza questo ecosistema tecnologico l’AI non potrebbe esser di supporto all’uomo: ad esempio, abbinare all’AI una rete IoT significa moltiplicarne a dismisura le potenzialità grazie all’enorme quantità di dati generati.
Un mondo più veloce con il 5G
Nella rivoluzione digitale che stiamo vivendo, le nuove interfacce uomo-macchina e la velocizzazione delle connessioni produrranno profondi cambiamenti nello scambio dati nella vita di ognuno di noi e avranno impatti sia sulla vita quotidiana che su quella aziendale e industriale, in sostanza ci troveremo immersi in un mondo decisamente più “veloce”.
Dal punto di vista del business, il 5G contribuirà sicuramente ad aumentare efficacia efficienza e porterà una riduzione di costi di transazione.
Le reti intelligenti, soprattutto quelle di quinta generazione, genereranno un’incredibile sinergia con l’intelligenza artificiale: da un lato saranno in grado di risolvere l’annoso problema della latenza delle applicazioni in real time, che spesso sono anche mission critical. Dall’altro, saranno reti che tenderanno sempre più ad autoprogrammarsi, auto-ottimizzarsi auto-ripararsi e auto-proteggersi: luogo ideale in cui si incontrano cybersecurity e AI.
Credo che in particolare anche il comparto Agrifood beneficerà del 5G, che è abilitante verso le tecnologie di sensoristica e IoT necessarie per tracciare e monitorare le produzioni e le filiere. Sarà quindi possibile raccogliere e gestire dati strategici per le coltivazioni da un lato e gli allevamenti dall’altro, un settore dove direzione Innovation di Vem sta decisamente investendo.
Accesso ai servizi «anytime, anyway, anywhere, anyhow»
La possibilità di accedere ai servizi in qualsiasi momento e luogo porterà in futuro una maggiore automatizzazione dei magazzini dei negozi e delle consegne a cui farà da contraltare un’attività di maggior valore da parte dei commessi che, attraverso le tecnologie, faranno vivere al cliente un’esperienza di acquisto più piacevole, efficace e, mi piace pensare, anche più democratica quando chiunque potrà avere il suo personal shopper in negozio.
Le grandi catene si stanno già riorganizzando per far vivere un’esperienza nuova ai clienti, fuori e dentro ai negozi, con l’applicazione di Virtual reality, realtà aumentate e smart spaces.
Con la rivoluzione digitale in atto, non cambieranno solo gli spazi intesi come punti vendita branch/retail, ma anche quelli degli stessi Headquarter, uffici, produzione: dovremo creare spazi più intelligenti, smart workplaces dove aumentare la collaborazione. Meno scrivanie fisse ma più silent-room, huddle-room e meeting-room.
Ci sono tantissime tecnologie a supporto del “vero” smart working intenso come “anytime, anywhere, anyhow”. Questo è uno dei nostri core business, lavoriamo costantemente con architetti per concepire gli spazi collaborativi che possano beneficiare delle migliori tecnologie Cisco. La tecnologia per aver successo deve esser facile da fruire, rendere semplice la fruizione di tecnologie che sottendono un’elevata complessità è proprio il nostro mantra.
Rivoluzione digitale, società più digitale
La pandemia ha imposto una digitalizzazione forzata di molti servizi e ha spinto a privilegiare dove possibile il passaggio al cloud: in molti si chiedono se ad emergenza finita si tornerà indietro o ci proietterà verso una società più digitale. Dal nostro osservatorio, abbiamo rilevato che tra le aziende nostre clienti, un 20% già lavoravano in modalità smart, come detto sopra. Un buon 60% ha dovuto solo render più pervasiva l’adozione che era presente solo in alcuni settori aziendali, esisteva già il know-how della tecnologia ed è bastato aumentare le licenze Citrix, Cisco Webex, e le componenti di security (regole di autenticazione, accesso, identificazione dell’utente, monitoraggio della rete). Mentre solo un 20% delle aziende si è trovata effettivamente a dover ripensare e costruire un’infrastruttura abilitante da zero.
Bisogna tener presente che non tutti i vecchi modelli di business si possono digitalizzare così come sono: necessariamente alcuni modelli dovranno esser prima ripensati per esser ugualmente o più efficaci (difficile, ad esempio, digitalizzare una colazione di lavoro). Credo che ci troveremo di fronte a una società ridisegnata, a fronte del ripensamento di comportamenti sociali e relazioni, un cambio culturale che necessariamente non investirà soltanto i giovani.
Le tecnologie per farlo ci sono già tutte, basti pensare alle piattaforme di collaboration in cloud sicure, virtualizzazione delle applicazioni, cloud networking, cybersecurity. Ci aspettiamo che, anche a emergenza finita, gli investimenti fatti per la digitalizzazione potranno esser messi a frutto per abilitare quello che sarà un vero smart working e garantire un migliore work-life balance ai lavoratori e una riduzione di costi e inquinamento per le aziende.