Come ormai noto, nella notte di giovedì 20 marzo è stato bloccato l’accesso a Twitter in Turchia, a seguito delle telefonate compromettenti intercettate uscite nelle scorse settimane sul noto social network, nelle quali era invischiato il premier islamico Erdogan.
Ma nei giorni scorsi milioni di utenti turchi sono riusciti ad aggirare il blocco imposto dal governo, continuando a ‘cinguettare’. Le autorità turche, in tutta risposta, sembrano avere cambiato strategia tecnica. Secondo quanto riportano alcune testate web locali e società di analisi del traffico Internet, l’accesso al sito americano è ora impedito a livello di indirizzo Ip, ovvero in una modalità, almeno sulla carta, più difficilmente aggirabile rispetto a quella adottata giovedì scorso.
Inizialmente, infatti, le autorità si erano limitato a chiedere ai provider di agire attraverso il Dns. Cambiando manualmente le impostazioni del proprio computer è stato possibile farsi beffe dei divieti governativi.
Nel frattempo l’insurrezione arriva anche dal presidente turco Abdullah Gul: “Il blocco di Twitter in Turchia è illegale. Sarà al piu’ presto revocato”.
“Chiudere totalmente internet o questo tipo di piattaforme non e’ coerente con la legge – continua Gul –. E’ una situazione spiacevole soprattutto per un Paese sviluppato come la Turchia, che ha un peso nella regione e che sta negoziando l’ingresso nell’Unione Europea”.