I Cio italiani, cinesi e brasiliani credono sempre di più nella mobility. A confermarlo è un‘indagine di Accenture, che ha rilevato come i responsabili dei sistemi informativi siano sempre di più propensi a investire in tale settore, arrivando a destinargli otre un terzo dell’intero budget It.
Secondo lo studio, infatti, bel il 79% dei cio ritiene che la mobility sarà uno dei settori che in futuro produrrà significativi profitti, e per questo motivo molti di essi investiranno tra il 31 e il 40% del loro budget (contro il 19% dichiarato dai CIO lo scorso anno) in queste tecnologie. La survey Accenture 2013 CIO Mobility, è stata condotta su oltre 400 Cio di tutto il mondo, ed evidenzia come nel corso del prossimo anno il mobile sarà la priorità assoluta per più di un terzo dei CIO (34%), mentre il 42% di loro lo ha incluso tra le prime 5 priorità. Inoltre, il 73% (contro il 67% dello scorso anno) ritiene che questo settore rivoluzionerà il modo di fare business, allo stesso modo o più di quanto non abbia fatto Internet alla fine degli anni Novanta. Per quanto riguarda la tecnologia mobile, secondo il 43% degli intervistati il principale obiettivo da raggiungere è migliorare il servizio al cliente tramite l’accesso, l’acquisizione e l’elaborazione immediata dei dati, seguito dalla necessità di coinvolgere i clienti attraverso i dispositivi mobili (36%), in particolare tramite le operazioni di transazione (34%).Il 29% degli intervistati ha dichiarato inoltre che intende progettare, sviluppare e/o distribuire dispositivi collegati al web per il supporto di applicazioni B2B.
Cambiamenti nelle strategie di implementazione del mobile
La velocità di diffusione della tecnologia mobile è così elevata da costringere le società ad agire prima ancora di poter mettere in atto una strategia precisa: solo il 23% ha adottato una strategia specifica (percentuale in calo rispetto al 31% dello scorso anno), mentre oltre la metà (58%) ha implementato da poco una strategia ben definita. A livello globale sono la Cina (50%), l’Italia (47%) e il Brasile (37%) a fare da pionieri nell’implementazione di strategie di mobility avanzate. Sebbene ci siano forti differenze sul piano dei progressi fatti nello sviluppo delle strategie, la metà delle società intervistate (50%) ha affermato di aver individuato per l’anno prossimo una serie di iniziative che sono prioritarie per lo sviluppo delle applicazioni mobili, in aumento rispetto a quanto rilevato lo scorso anno (41%). Quasi tutte le aziende hanno dichiarato che le loro strategie puntano sull’adozione degli smartphone (85%) e dei tablet (78%), sempre più utilizzati da parte delle società come strumenti di lavoro. Dallo studio è emerso anche che la gestione dei dispositivi mobili (27%), la collaborazione (25%) e la condivisione di conoscenze (23%) sono le tre caratteristiche principali di una strategia avanzata per l’adozione del mobile. Alla domanda su quali fossero le loro due maggiori priorità, gli aderenti alla ricerca in Italia (53%) hanno indicato la mobility come una delle due aree più importanti.
La gestione delle risorse umane, la sicurezza, l’interoperabilità e il fenomeno del BYOD costituiscono la sfida le sfide chiave
Una delle principali difficoltà da superare è costituita dalla gestione delle risorse umane: il 52% delle aziende tenderà a investire in formazione per aggiornare il personale esistente sulle strategie mobile, mentre il 37% assumerà dall’esterno risorse full-time con competenze specifiche in applicazioni mobile, determinando una forte richiesta di talenti in questo segmento di mercato. La ricerca ha rivelato inoltre un aumento dei progetti gestiti internamente (il 76% nel 2013, rispetto al 63% del 2012) per favorire lo sviluppo delle applicazioni mobili. La sicurezza continua a rappresentare un ostacolo, e l’interoperabilità è diventata una questione di primo piano: dal momento che i sistemi esistenti non erano stati realizzati per il mobile, devono essere trasformati perché possano essere ancora utilizzati. L’indagine ha rivelato che la sicurezza (45%), i limiti di budget (41%) e la scarsa interoperabilità con i sistemi esistenti (31%) rappresentano ancora i principali ostacoli alla mobility. Un’altra area legata all’uso del mobile è quella del ‘bring your own device’, una prassi sempre più diffusa con cui le aziende non forniscono più a dipendenti e collaboratori il computer e il telefono cellulare standard, ma li invitano a usare direttamente i loro per accedere alle risorse informatiche di lavoro. Tuttavia, più della metà delle aziende intervistate (59%) offre un supporto limitato ai propri dipendenti, mentre solo un quarto di esse (28%) offre tutto il supporto necessario.
Automotive, assicurazioni e sanità
Tutti (100%) gli intervistati che operano nei settori automobilistico, assicurativo e sanitario prevedono di raggiungere i loro obiettivi in termini di mobility entro il prossimo anno. Per l’industria automotive, le priorità legate al mobile sono i pagamenti e il commercio (54%); mentre sono i servizi di geolocalizzazione (location-based services, LBS) per il settore assicurativo (48%) e per i provider di servizi sanitari (46%). Il 67% delle società di comunicazioni ha dichiarato che intende implementare comunicazioni M2M (machine-to-machine) nella propria organizzazione entro il prossimo anno. E’ inoltre emerso che: il settore elettronico (52%) e quello delle tecnologie (47%) hanno incluso la mobility tra le loro prime due priorità; oltre la metà (57%) degli intervistati di aziende del settore aerospaziale ha citato la mobilità nelle prime cinque priorità; per le società di beni di consumo l’aumento delle entrate tramite il coinvolgimento del cliente è uno degli obiettivi principali in ambito mobile (45%), soprattutto per il segmento retail (59%).