Modis Italia, la divisione specializzata del gruppo Adecco nel recruiting in area Ict, e Oracle University, la divisione che si occupa di formazione, hanno raccolto le esigenze del mercato dove le competenze digitali evolute sono sempre più richieste siglando un accordo per favorire opportunità di occupazione nell’economia digitale.
L’accordo ruota intorno al Workforce Development Program, un’iniziativa di Oracle University rivolta a inoccupati e disoccupati. Tale programma permette a Modis di erogare training, utilizzando documentazione e ambienti per le esercitazioni ufficiali Oracle e di poter aggiornare i propri trainer secondo gli standard didattici e di competenze previsti da Oracle University. Tutti gli allievi riceveranno gli attestati ufficiali Oracle di frequenza dei corsi e potranno di conseguenza affrontare qualsiasi esame di certificazione compatibile con i corsi fruiti.
Poter vantare competenze tecniche e digitali è ormai divenuta una componente centrale nella formazione di un professionista e queste sono infatti le figure più richieste dalle aziende che si rivolgono a Modis per coprire il digital skill gap presente nelle organizzazioni, meglio conosciuto come Digital Mismatch.
La collaborazione tra Modis e Oracle University ha l’obiettivo di diffondere skill tecniche e digitali su tecnologie cardine come Java e il Database 12c, i sistemi ingegnerizzati e tutto ciò che riguarda i passaggi evolutivi più importanti nel mondo IT, quali la gestione dei Big Data e la Cloud Adoption.
“Il divario tra richiesta del mercato del lavoro e disponibilità di competenze in ambito digitale è drammaticamente evidente; per contro il tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile, scende a fatica – ha affermato Claudia Castellano, Country Leader, Oracle University Italia –. Siamo molto felici di collaborare con Modis su questi temi. La tecnologia Oracle per molte aziende è uno standard e avviare un programma che formi e poi certifichi ufficialmente le risorse, significa dare un grande contributo alla riduzione sia di questo divario che del tasso di disoccupazione”.