Business e tecnologia sono sempre più legate da tematiche comuni. L’ultima conferma arriva da NetApp che in un incontro con la stampa a Milano ha presentato le tendenze principali del mondo IT per il 2019 all’insegna di un bisogno, da parte delle aziende, di una sempre maggiore flessibilità e agilità, accompagnato da un approfondimento nella comprensione di come sfruttare meglio i dati in totale libertà garantendo la possibilità di avere ogni servizi su cloud o in casa e di spostarlo senza difficoltà alla bisogna.
Il quadro dipinto da NetApp regala all’ AI (intelligenza artificiale) un ruolo da protagonista con una collocazione al centro delle tendenze nello sviluppo, nella gestione dei dati e nella fornitura di applicazioni e servizi edge, core e cloud.Fondamentali diventano anche la containerizzazione come tecnologia abilitante e la sempre maggiore intelligenza dei dispositivi IoT (Internet of Things).
AI al centro
L’intelligenza artificiale si svilupperà rapidamente, soprattutto nel cloud, ma ciò non si traduce nella morte dell’on-premise. Le applicazioni AI dovranno offrire infatti prestazioni elevate e scalabilità, sia on che off premise, e dovranno supportare protocolli multipli di accesso ai dati e vari nuovi formati di dati. Per questo motivo l’infrastruttura che supporta i carichi di lavoro AI dovrà essere veloce, flessibile e automatizzata. La previsione di NetApp è che le infrastrutture saranno integrate nel multi-cloud.
IoT sempre più intelligente
Anche se gli analisti sono in disaccordo sul suo successo, l’IoT innegabilmente sta prendendo sempre più piede. Si parte dal presupposto che sempre più intelligenza sta migrando dove i dati vengono generati e per questo c’è bisogno di una sempre maggiore intelligenza in loco per fare un primo processing dei dati per poi mandarli ai sistemi di AI e infine implementare gli algoritmi corretti. Quindi i dispositivi IoT dovranno essere sempre più intelligenti fornendo servizi più smart, alla luce anche del fatto che con l’avvento del 5G si andrà verso l’abilitazione di una dimensione di real time nella presa delle decisioni.
I dispositivi e le applicazioni IoT, con servizi integrati come l’analisi e la semplificazione dei dati, diventeranno quindi più veloci, efficienti e intelligenti nel decidere quali dati richiedono un’azione immediata, quali rimandare alla parte core o al cloud e persino quali dati scartare.
Al via l’Automagically
La richiesta di servizi It altamente semplificati determinerà la continua astrazione delle risorse It e la trasformazione dei servizi di dati in commodity. Nel 2019 si prosegue nell’ottica di avere una infrastruttura sempre più semplice da gestire, quasi trasparente. La parola d’ordine è AUTOMAGICALLY: la tendenza verso l’astrazione dei singoli sistemi e servizi guiderà gli architetti IT a progettare in funzione dei dati, a elaborarli, a creare data fabric ibridi e multi-cloud piuttosto che semplici data center. Con l’applicazione di tecnologie predittive e di diagnostica, i responsabili delle decisioni si affideranno sempre di più a servizi di dati estremamente solidi ma “invisibili”, che forniranno dati quando e dove necessari, ovunque essi risiedano. Queste nuove funzionalità automatizzeranno anche l’intermediazione dei servizi di infrastruttura come prodotti dinamici e la spola di container e workloads da e verso le soluzioni più efficienti dei service provider.
A tutto multi-cloud
Una delle tendenze più forti del 2019 è che il cloud ibrido sarà lo standard de facto, l’architettura It predefinita per la maggior parte delle organizzazioni più grandi, mentre le altre sceglieranno un singolo cloud provider. I container rendono i carichi di lavoro estremamente mobili. Ma i dati stessi possono essere molto meno portatili delle risorse di elaborazione e delle applicazioni e questo influenza la portabilità degli ambienti di runtime. Anche se si ha una soluzione per la data gravity, la coerenza dei dati, la loro protezione, la sicurezza e tutto il resto, è possibile dover affrontare il problema di una piattaforma di lock-in e di servizi specifici del cloud provider in cui i dati non possano essere del tutto trasferiti attraverso le diverse piattaforme cloud. Di conseguenza, le organizzazioni più piccole svilupperanno capacità interne come alternativa ai fornitori di servizi cloud, o sceglieranno la semplicità, l’ottimizzazione e la gestione hands-off derivante dall’acquisto da un unico cloud provider. È inoltre possibile fare affidamento sui service provider per sviluppare nuovi elementi distintivi per premiare chi sceglie il lock-in. D’altra parte, le organizzazioni più grandi richiederanno la flessibilità, la neutralità e l’economicità di poter spostare le applicazioni tra cloud diversi. Sfrutteranno container e data fabric per rompere il lock-in, per garantire la portabilità totale e per controllare il proprio destino. Qualunque sia il percorso che scelgono, le organizzazioni di tutte le dimensioni saranno chiamate a sviluppare politiche e pratiche per ottenere il massimo dalla loro scelta.
Container che passione!
L’ultimo punto è relativo alla parte di container perché ci troviamo nel momento di maturità per questo tipo di soluzioni e le aziende registrano una evoluzione fortissima verso lo sviluppo di questo tipo di tecnologia in maniera ibrida. I container promettono, tra le altre cose, la libertà dal lock-in del fornitore. Mentre le tecnologie di containerizzazione come Docker continueranno ad avere rilevanza, lo standard de facto per lo sviluppo di applicazioni multi-cloud sarà Kubernetes. Le nuove tecnologie di orchestrazione cloud basate su container consentiranno lo sviluppo di applicazioni hybrid cloud, il che significa che verranno sviluppate nuove applicazioni per casi d’uso sia pubblici che on-premise: non più applicazioni di trasferimento da un ambiente all’altro. In questo modo sarà sempre più semplice spostare i carichi di lavoro verso il luogo in cui vengono generati i dati anziché il contrario.