[section_title title=I servizi applicativi: perché sono fondamentali? – Parte 1]
A cura di Lori MacVittie, Principal Technical Evangelist F5 Networks
Sia che li chiamiate SDAS (Software-defined Application Services) o semplicemente servizi applicativi di base, la sostanza è più o meno identica: ci riferiamo a quei servizi che si trovano in mezzo tra le applicazioni e i loro utenti (che possono essere persone, cose, o anche altre applicazioni) e servono a garantire la sicurezza, la disponibilità e il rapido scambio dei dati. Si tratta di “servizi di rete” che si trovano ai livelli 4-7; i servizi stateful che esistono in ogni data center, che ne siate a conoscenza o meno.
F5 ritiene fondamentali questi servizi e si impegna a supportarli tramite il proprio hardware, in modo virtuale attraverso le piattaforme cloud-based.
Non tutti però la pensano allo stesso modo; spesso sono chiamati semplicemente “bilanciamento del carico” o “ottimizzazione della WAN”, e raramente si riserva loro l’attenzione che meriterebbero se, al contrario, si considerasse bene il ruolo che svolgono nel percorso critico della delivery applicativa agli utenti, in ogni singolo secondo della giornata.
Per comprendere meglio questi aspetti abbiamo deciso di rivolgere alle aziende alcune domande su questi servizi: come li utilizzano, come prevedono di utilizzarli in futuro, gli ambiti in cui prevedono di effettuare il deployment e come vorrebbero fossero distribuiti.
Attraverso un sondaggio promosso in EMEA, e anche in Italia, siamo giunti alla conclusione che i servizi applicativi sono fondamentali e sempre più pervasivi. Immergendoci nello scenario dei servizi, abbiamo ricavato intuizioni interessanti non solo su di essi ma anche sui progetti e le preoccupazioni che le organizzazioni oggi hanno rispetto alle nuove architetture, approcci e tecnologie emergenti e ai nuovi trend di mercato.
Se analizziamo, ad esempio, la crescita sostanziale che l’adozione dei servizi applicativi vedrà nel corso del 2016 (in Italia il 68% delle aziende intervistate stima che entro la fine del 2016 più del 50% delle app sarà ospitata nel cloud), scopriamo che buona parte delle organizzazioni si sta attrezzando per affrontare le criticità in ambito security che il dominio del cloud ibrido comporterà per tutti i settori.
In Italia, in particolare, l’ID federation (28%) e il Single Sign On (23,4%), così come la Secure Web Gateway (21%) sono stati indicati come servizi applicativi fondamentali per affrontare le principali preoccupazioni in termini di sicurezza e produttività legate al cloud ibrido.
Effettivamente, la federazione delle identità è il mezzo principale per garantire la governance rispetto a un numero di applicazioni SaaS business-critical sempre maggiore, assicurando un accesso basato sulle identità e le responsabilità aziendali, non solo sull’identificazione dell’utente. E anche il SSO (single-sign on) svolge un ruolo importante nel garantire che le applicazioni distribuite su più ambienti (cloud ibridi) non intralcino la produttività degli utenti aziendali, imponendo vincoli relativi a come gestire (e memorizzare) password diverse.
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