La ricerca di nuove fonti di ricavo, modelli di business centrati sul consumatore e processi sempre più guidati dai dati sta portando un numero crescente di organizzazioni a investire nelle nuove tecnologie di intelligenza artificiale, affidandosi a una sempre più pervasiva automazione generata dai computer per conciliare due grandi obiettivi aziendali: l’innovazione e l’efficientamento.
A livello mondiale, evidenzia IDC, la spesa aziendale in sistemi AI, cognitivi e di machine learning raggiungerà i 77,6 miliardi di dollari nel 2022, più di tre volte il valore di mercato previsto per il 2018, vale a dire 24 miliardi.
In Europa Occidentale, IDC prevede che gli investimenti da parte delle imprese ammonteranno a 3 miliardi di dollari entro la fine dell’anno, con una crescita del 43% rispetto al 2017. Nel 2022, il mercato arriverà a valere 10,8 miliardi di dollari (CAGR +39%), sulla spinta soprattutto di casi d’uso aziendali quali l’analisi delle transazioni fraudolente, l’assistenza sui processi di vendita e l'automazione IT.
Simili percentuali di crescita si registreranno anche in Italia, dove la spesa aziendale in intelligenza artificiale si assesterà nel 2018 intorno ai 17 milioni di euro (+31% sul 2017) e nel 2019 poco sotto ai 25 milioni (+44%).
Tornando a osservare il quadro più generale dell’Europa Occidentale, il settore bancario sarà quello che investirà di più in intelligenza artificiale nel 2018, seguito dal retail e dal discrete manufacturing. Entro il 2022, però, il retail supererà il comparto bancario grazie al grande interesse verso l’automazione del servizio clienti, per esempio attraverso chatbot e assistenti virtuali. Fornire un servizio clienti tramite programmi di apprendimento che comprendano le esigenze dei clienti consente non solo di ridurre i costi delle risorse umane, ma di erogare allo stesso tempo un supporto tempestivo ai consumatori.
Guardando al CAGR 2017-2022, sempre per quanto concerne l’Europa Occidentale, il settore sanitario si distinguerà dalle altre industry per una fortissima crescita. L'intelligenza artificiale nell'healthcare sta infatti portando a importanti progressi nel miglioramento dei modelli di patient care, nella cura delle malattie, nella diagnosi precoce e nella ricerca, evidenzia IDC.
Interessante è anche analizzare in che aree aziendali le tecnologie AI, cognitive e di machine learning avranno il maggiore impatto. Secondo una survey condotta da IDC a livello mondiale nella prima metà del 2018, l’intelligenza artificiale porterà i maggiori benefici all’IT (per il 58% dei rispondenti, risposte multiple consentite), agli operation team (49%) e allo sviluppo di prodotti (43%). In termini di effetti, l’AI migliorerà la produttività della forza lavoro (per il 20% dei rispondenti, risposte singole), genererà innovazione e crescita dei ricavi (18%), velocizzerà i processi decisionali (17%).
A Milano, il 22 novembre, si svolgerà l’IDC Cognitive & AI Summit 2018, un’opportunità per affrontare questi temi e soprattutto per comprendere come queste tecnologie provocheranno la “disruption” di molti modelli di business consolidati. Analisti IDC, ospiti di rilievo e decisori aziendali, unitamente a esperti dei principali fornitori, si confronteranno su strategie, ambiti di adozione, implicazioni organizzative e operative.