Il Piano nazionale per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica, promosso dalla presidenza del Consiglio dei ministri, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Adottato dunque insieme al Quadro strategico nazionale per la sicurezza dello spazio cibernetico, su proposta unanime del Cisr (Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica), dall’ex presidente del Consiglio Enrico Letta il 27 gennaio 2014.
Con questa mossa l’Italia rafforza le proprie difese contro i pirati informatici. L’obiettivo è quello di “prevenire le future minacce atte a minare lo sviluppo economico, sociale, scientifico e industriale, nonché la stabilità politico-militare del nostro Paese”.
Il Quadro Strategico nazionale per la sicurezza dello spazio cibernetico individua i profili e le tendenze evolutive delle minacce e delle vulnerabilità dei sistemi e delle reti di interesse nazionale, specifica ruoli e compiti dei diversi soggetti pubblici e privati e individua strumenti e procedure con cui perseguire l’accrescimento delle capacità del Paese di prevenire e rispondere in maniera compartecipata alle sfide poste dallo spazio cibernetico. Con il Piano Nazionale vengono individuate le priorità, gli obiettivi specifici e le linee d’azione per dare concreta attuazione al Quadro Strategico
Il fine ultimo, dunque, è quello di potenziare le capacità di difesa delle infrastrutture critiche nazionali, incentivare la cooperazione tra istituzioni ed imprese nazionali e promuovere la cultura della sicurezza cibernetica.
“Il crimine informatico – si sottolinea – è una piaga che può decretare il fallimento delle aziende, la sottrazione del loro patrimonio tecnologico e che depaupera la ricchezza delle nazioni. Con sempre maggiore preoccupazione assistiamo inoltre al crescere di una minaccia ancora più insidiosa, che sfrutta la vulnerabilità dei sistemi informatici per sottrarre il frutto del nostro lavoro di ricerca e sviluppo nel campo delle nuove tecnologie e dei prodotti. Per un Paese come l’Italia, che fa dell’innovazione la pietra angolare della sua crescita e della sua competitività, il danno potenziale è incalcolabile”.