Erdogan ci riprova. Dopo il fallimento del blocco imposto a Twitter, il premier turco mette il bavaglio a YouTube mediante “misure amministrative” adottate dall’autorità per le telecomunicazioni (Tib) di Ankara. A smuovere l’operazione, già ‘minacciata’ da tempo, le ultime intercettazioni audio pubblicate sulla piattaforma video che fanno temere per un attacco turco contro i militanti jihadisti in Siria. Il tutto a tre giorni dalle elezioni locali e dopo il susseguirsi negli ultimi mesi di rivelazioni riguardanti Erdogan e il presunto caso di corruzione che lo coinvolge.
Decisione, questa del blocco di YouTube, presa in nome della “sicurezza nazionale”, almeno a detta di Erdogan. Ancora una volta il ‘bene collettivo’ tirato in ballo per giustificare restrizioni alla libertà del cittadino. Come ha dichiarato il commissario Ue per l’Agenda Digitale Neelie Kroes, “In Europa siamo per un internet aperto e la libera espressione su questo. Esprimo il mio sostegno per tutti quei sostenitori della vera libertà e democrazia”.