“Ci sono delle nuove misure che noi prenderemo dopo il 30 marzo, compresa una interdizione di You Tube e Facebook”. Questa la dichiarazione shock rilasciata da Recep Tayyp Erdogan alla tv privata turca Atv. Mettere il bavaglio alla rete, dunque, per celare registrazioni telefoniche presenti su You Tube, nelle quali il primo ministro turco – coinvolto nello scandalo politico e finanziario per corruzione nel settore dell’edilizia – spiega al figlio come nascondere grandi somme di denaro sporco prima di un’operazione della polizia.
Risale allo scorso febbraio l’approvazione del Parlamento della legge “bavaglio”, appunto. Una restrizione alla libertà che sembra non aver fine si sta attuando a poca distanza da noi, e, sembrerà strano, nella nostra stessa epoca. Già, perchè il fuso orario che ci separa dal suolo turco non giustifica questo balzo culturale all’indietro di dieci anni. Soprattutto se si pensa che in Turchia sono presenti, al momento, più fruitori di internet e Facebook rispetto all’Italia.
Dopo il 30 marzo in Turchia partirà l’interdizione di You Tube e Facebook voluta da Erdogan